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SITO CARDATLETICA

sabato 16 marzo 2013

COSE DA CARDATLETI: PIETRO AGLI ITALIANI


Un’Emozione…GRANDE
Sulla via del ritorno: Pietro dimmi le tue sensazioni che le devo bloggare, twittare, postare, mettere sul profilo!?! (io profilo a pennello). Ho mal di gola e la Nani è due scompartimenti più avanti. Nella carovana si respira un’aria (nel senso proprio del termine) viziata, almeno nelle retrovie ma un’aria (senso lato) che è un mix di allegria, stanchezza, gioia e spensieratezza. Si approcciano discorsi seri ma subito stroncati da interventi scurrili. Qualcuno cerca analisi tecniche serie (mentre si gioca a sasso-carta-forbice), qualcuno colora unghie altri in fondo provano posizioni improbabili che magari uscirebbero meglio in altri contesti. I discorsi si fanno strampalati e la finezza tocca il fondo. A volte questo gruppo variopinto mi fa venire in mente il branco dell’era glaciale e ho la sensazione di trovarmi su una barca in balia delle onde…ma se terrete questo spirito non affonderà mai.
Sabato 8.15: caffè e via. Sosta a Senigallia e arrivo al Palas. L’aria fuori è gradevole…chissà dentro…e invece no! Apro la porta e l’emozione si presenta. Vedo anziani, anche molto anziani, correre, saltare e lanciare con l’entusiasmo, la grinta e la passione dei veri amatori. La gara si avvicina e l’emozione aumenta. Riscaldamento e attesa. Attesa e poi attesa.
Aldo mi precede e  quando lo vedo ai blocchi viene un blocco anche a me: ci siamo allenati insieme
ed è come se fossi laggiù anch’io. Non so il suo tempo ma sono contento per lui: ora è un uomo libero. Ora tocca a me.
 Finalmente la chiamata alla camera d’appello (per noi iperbarica, mortuaria o di decompressione). In pista: come previsto ha vinto lei…necessita distrarsi. Sono davanti ai miei blocchi, ci presentiamo e gli metto subito le mani addosso. Gli altri li sistemano…io li studio. So che l’aspetto psicologico è fondamentale così provo una partenza per mettere pressione agli avversari e mettere subito in chiaro le cose (siete più forti di me). Come previsto la mia gara dura 50 metri dopodiché impenno e così al fotofinish giungono nell’ordine le mie scarpette verdi (scelte dalle mie bimbe), anche, petto e viso. Gli ultimi capelli accuseranno un ritardo pesante dalle chiodate. Anch’io sono libero ma qui l’emozione è sempre pronta a colpirti. Mi capita di vedere gente che cade sfinita a tre metri dal traguardo si rialza e ricade senza superarlo: remake di una scena vecchia di un secolo. Commuovente. Sono quasi le 21 e l’emozione si ripresenta. Questa volta per colpa del Soxy. Ci siamo visti spesso in questi mesi…se lo merita tutto. Alle 22.30 finalmente si mangia. Siamo in compagnia di una simpatica famiglia cardanese stabilitasi laggiù. Si capisce subito che sono alla buona e allora…galateo addio. Che la razzia abbia inizio. La base per la staffetta è fatta, resta da ripassare la fase del cambio. Detto fatto: prima di spegnere le luci (quasi le 2) proviamo l’operazione direttamente nel letto matrimoniale…Ma la sequenza è sbagliata! Che ci faccio io tra il testimone di Aldo e quello di Omar?!? Buonanotte…che caldo…
Domenica ore 6.30: con Aldo usciamo. Il piccolo è ancora a letto ma sveglio. Dobbiamo forzare una porta laterale per uscire in strada. Corsa in spiaggia, doccia e colazione. Nel mentre mettiamo a punto il piano di evacuazione. Omar 1°. Io e Aldo giochiamo a ping-pong. La pallina cade Aldo si abbassa ma…scatta, imbocca le scale ed è secondo alla tavoletta. Finalmente arriva il mio turno. Per il water è stato un tour-de-force. Lascio la camera: il povero bagno è in stato di shock. Ore 10 si riparte: 5 a bordo ma 4 presenti. Saremo in stato di sede vacante fino alle 14 quando torneremo ad avere un presidente. Decido di tenermi alla larga, tra poco c’è la staffetta. Ma negli ultimi metri degli 800 subisco un attacco fulmineo e ci risiamo. E’ difficile trattenere la lacrima quando sai cosa c’è dietro. Ma è ora. Riscaldamento, solita lunga attesa, veloce passaggio all’iperbarica e siamo in pista. Ed ecco anche gli altri: 4 bronzi per team. La cosa mi tranquillizza:non c’è gara…e invece dopo lo sparo, mentre Aldo è in progressione a me progredisce il Parkinson. Tocca a me…lo stallone irlandese si avvicina…eccolo…30 secondi di vuoto…Enea è partito…io non sto in piedi. Faccio fatica a riprendermi ma appena esco dalla pista…[sabato nei 60 prima di noi hanno corso le donne: un agglomerato di cellule del tipo Africanus femminilis esplode dai blocchi e chiude in 7.62:giusto tributo del Palas. Dia Amy Fabe] …lei è davanti a me. Le faccio i complimenti. Mi aspetto un grazie seguito da immediata evaporazione…e invece no.
Alla mia Famiglia, a una persona Speciale, ai miei Compagni di viaggio:G R A Z I E

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