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lunedì 1 luglio 2013

Orvieto 2013: è oro!


La nostra trasferta in terra umbra per i campionati italiani master 2013 parte venerdì 28.
I campionati italiani son sempre bellissimi, sia da atleta che da spettatore, sono una girandola di emozioni, facce tese e sorrisi smaglianti.
Sono sudore, preparazione e, perché no, anche solo voglia d'esserci, senza velleità di vittoria alcuna.
Ore sugli spalti a guardare gare: veloci giri di pista, salti nella sabbia, giavellotti che si avvitano prima di cadere.
Venerdì andiamo a dare uno sguardo alle gare e a ritirare il pettorale di Enea, gareggerà sabato per 1500mt e domenica per gli 800.
Il clima è di quelli autunnali, freddo e raffiche di vento, giacche impermeabili e pioggia a tratti.
Ci mettiamo al riparo sulle tribune giusto in tempo per vedere Francesca Barone guadagnarsi la prima delle tre medaglie d'oro dei suoi campionati italiani, 5000, 1500 e 800 per ripetere la triplete degli indoor, grandiosa Francesca sempre sorridente amichevole, che quando non corre incita Enea quasi quanto me!Grazie.
Enea riesce a mettere un piede in pista e la scopre bellissima, a suo dire una delle più belle mai viste.
Ma ci sarà tempo per provarla.
Il sabato, soleggiato, arriva in un lampo e con lui una tensione strana.
Una tensione che al posto di caricarlo lo abbatte, una tensione nociva.
Scende in pista snervato e già stanchissimo.
Il passaggio agli 800 metri in 2.18 può andare ma a quel punto gli manca quella che di solito è la sua arma vincente: il cambio di passo.
I primi aumentano il ritmo e lui non riesce.
Allora deve decidere, raschiare il fondo di energia e testa o continuare così e risparmiarsi per quegli 800, che quest'anno sembrano essere scritti nel suo destino.
Ma quest'anno lui non vuole altri metalli se non l'oro e per come si è messa la gara l'unico traguardo fattibile sarebbe forse un quarto posto, e allora opta per continuare sul ritmo già impostato senza strappi ne volate.
Arriverà sesto sorpassando il settimo che agli 80 metri tira i remi in barca, e non sarà più di quel tanto dispiaciuto.
Il 4.15.88 finale è il suo miglior tempo stagionale e nuovo record sociale.
La gara sarà vinta da Dell'Aquila Felice con un ottimo 4: 08.78 seguito da Occhiolini Filippo con 4:09.77 completa il podio Molino Walter che parteciperà molto attivamente anche agli 800 di domenica, Walter conclude i suoi 1500mt in 4:09.98.
Ma Enea è carico e stranamente profetico, per uno scaramantico come lui, e decreta “va bene così, domani spacco tutto!”.



La notte è spezzata, un po' infastidita, ci si sveglia, ci si rigira e al mattino lo sguardo è di chi non sa decidersi se si è riposati o no.
Ma gli occhi son quelli giusti: i suoi, quelli che vogliono la medaglia, quella che manca, quella d'oro.
Arriviamo al campo confermiamo l'iscrizione e troviamo posto sugli spalti.
Si guardano le gare, Enea si estranea e anch'io tento di alleggerire la tensione.
Ci sono segni giusti, ci sono cose che sarebbero facili da interpretare come favorevoli, coincidenze, numeri ricorrenti, che per due che credono nel poter dei numeri fanno ben sperare.
Ma la regola è guardarsi e capirsi senza parlare.
Non si parla in certi momenti, tutto quello che c'era da dirsi lo si è fatto negli ultimi tre mesi e mezzo.
Adesso ci sono due cose da fare: lui deve correre e mentre lo fa io devo soffrire, buttando giù dagli spalti tutta la voce che ho.
Le serie sono tre.
Enea ha il miglior tempo d'accredito, partirà nell'ultima la più veloce.
Ma c'è l'incognita Molino.
Quel Walter Molino medaglia di bronzo nei 1500 che si presenta senza tempo e che quindi è relegato nella prima batteria.
Parte prima lui e io memorizzo tutti i passaggi che riesco prendendo dei riferimenti visivi.
Passa ai 400 in gruppo in 1:01.5 e al suono della campana parte, farà una galoppata tremenda fino al traguardo con me che fisso il cronometro tentando di calcolare il tempo finale.
Siglerà un ottimo 2: 01. 89, che comunque è già più alto del tempo d'accredito di Enea: di poco ma più alto.
È su di lui che sarà impostata la gara.
Alla fine si rivelerà una cronometro, una corsa contro il tabellone luminoso, i secondi e i decimi.
Enea si schiera e parte, ai duecento metri, come sempre il gruppone ha una battuta d'arresto e il ritmo si abbassa di colpo.
E questo non va bene, Enea sa che il primo giro è da chiudere sotto il minuto e parte, incomincia a scalare le posizioni guadagnandosi una chiodata sulle scarpe che apre un taglio netto nella stoffa.
Ma non tentenna e se ne va, se ne va contro il tempo, con me che guardo lui e il cronometro per avere conferma che sia per tutta la gara davanti, che non debba andare all'inseguimento del tempo fatto da Molino.
Il primo 400 ferma il tempo sui 59.32 e dopo è tutta una volata con me che urlo come un ossessa, tentando di convincermi che questo lo spinga in avanti, ma lui non sente nulla, solo al passaggio del primo giro riesce a captare la voce dello speaker che dice il suo nome e il nome della nostra società.
Ha ammesso che il sentir dire Cardatletica è stato un aiuto inaspettato come se la voglia di onorare quella maglia così voluta l'abbia caricato ancora di più.
Circa ai 200 metri finali, nel punto dove mi sono posta il mio personale check point vedo che passa in 1.32, mentre Molino era passato in 1.34.
E allora esplodo 1.44 e mancano gli ultimi cento metri, è ormai stanco dopo una gara tutto da solo ma compensa, perde due passi respira e ricomincia.
2:00.50.
E' il campione, è Oro, è quello che doveva essere.
E insieme ricominciamo a respirare.

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